Descrizione
La chiesa del Santissimo Salvatore, ubicata nel centro storico di Sestu, ha dimensioni modeste ed è planimetricamente assimilabile ad un rettangolo absidato con base di mt 10 ed altezza di mt 15, ripartito in tre navate con copertura a botte. Secondo la tradizione locale essa è stata la prima ad essere edificata all’interno dell’abitato, ma per la mancanza di documenti certi, non ci sentiamo di sostenere l’affermazione in quanto il primato potrebbe essere appartenuto ad un’altra chiesa non più esistente.
Questa chiesa non viene citata da nessun autore di opere scritte sulla Sardegna, neppure il meticoloso Vittorio Angius la menziona quando parla di Sestu nel dizionario Casalis. Anche le carte conservate nell’Archivio Arcivescovile di Cagliari non ci forniscono che poche notizie su questa chiesa. In effetti, nei registri della Causa Pia, il più antico dei quali data dal 1660, sono riportate le spese per l’esecuzione di lavori vari in essa e per la fusione di una campana; inoltre sono registrati gli introiti effettuati dagli obrieri di San Salvatore.
I più recenti studi la definiscono di fattura tipicamente vittorina, realizzata cioè secondo schemi planimetrici e disposizioni strutturali importate in Sardegna dai monaci di San Vittore di Marsiglia, attivi nel sud dell’Isola tra il 1089 e la prima metà del XIII secolo. Tuttavia si differenzia dalle altre chiese del periodo erette in Sardegna per gli ornati incisi sulla facciata e disposti in fasce parallele che si estendono in tutta la parte bassa del prospetto. La mancanza di documentazione diretta, in riferimento alla sua matrice, induce a ritenere la chiesa edificata nel XII secolo.
La chiesa del SS. Salvatore presenta la facciata a capanna, coronata da un campanile a vela, sulla quale si apre un portale a sesto acuto poggiante su capitelli con cornici decorate prevalentemente con visi umani, oggi assai corrosi dal tempo. Ai fianchi del portale erano situate altre due apertura, oggi murate, strette e con arco a tutto sesto, probabilmente avevano una funzione più decorativa che pratica. Al centro del lato posteriore si innesta una piccola abside semicilindrica.
L’interno, come già detto, è costituito da tre navate, con la centrale ampia il doppio delle laterali, coperte da volta a botte. La volta della navata centrale venne dipinta nel 1944 da un soldato di Sezze Romano di stanza in Sardegna, chiamato Baratta, come risultava dall’iscrizione da lui stesso posta dietro l’altare ligneo settecentesco, L’intonaco della volta e l’altare ligneo, di nessun pregio, sono stati rimossi nel 1988, quando si è provveduto a restaurare l’interno della chiesa. Nel 1772 fu installata sul campanile la campaNa di cui si è accennato; del peso di quarantasei chilogrammi, presentava la seguente scrittura: A. 1772 – Santa Maria O.P.N. – Salvatore Mundi O.P.N. (ora pro nobis, cioè “prega per noi”). Questa fu sostituita nel 1932 con un’altra campana del peso di 50 Kg donata dai coniugi Valeriano Mereu e Carolina Angioni.
Nel secolo scorso la chiesa del SS. Salvatore veniva adibita a sede delle elezioni per la nomina del Consiglio comunale.
Nel secolo XVIII aveva un guardiano chiamato eremitano. Al SS. Salvatore si celebra la festa il 5 e 6 agosto, giorno dedicato alla trasfigurazione di Gesù Cristo sul monte Tabor. Nel passato si celebrava una seconda festa il 9 di novembre.
Fino a qualche decennio fa la festa di agosto richiamava numerosi venditori ambulanti che offrivano chincaglierie ed oggetti di uso domestico, attirati dal fatto che i Sestesi erano ben disposti ad effettuare simili acquisti, avendo a disposizione del nuovo raccolto, appena incamerato e quindi in condizioni di effettuare scambi in natura o di disporre di contanti.
Autore: Franco Secci